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Giorno sedici: Tenuta Regaleali

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Ho fatto una deviazione di un centinaio di chilometri per cercare un vino, ne ho trovato un altro. Il mese scorso mi ero imbattuto in una vecchia annata di cabernet sauvignon di Tasca d’Almerita e ne ero rimasto stregato, passare da queste parti per vederci più chiaro mi sembrava la cosa più ovvia. Il 2008, l’annata oggi in commercio, è molto buono, ha una bella struttura e al tempo stesso una beva invidiabile. Si sente un po’ la maturazione in legno ed il varietale è evidente mentre quelle note più mediterranee che mi avevano conquistato sono ancora sullo sfondo, solamente intuibili. È probabilmente solo una questione di tempo prima che tutti questi elementi riescano a fondersi in quel tutt’uno che avevo trovato e che avevo amato.

Nel mentre, assaggiando anche gli altri vini di quella che è una delle più storiche realtà siciliane legate al vino di qualità, ho assaggiato il “Rosso del Conte” 2007. Un nero d’avola di un’eleganza incredibile, tanto austero quanto leggiadro. Davvero, una cosa per certi versi stupefacente, capace di ridisegnare ai miei occhi (ancora una volta) questo particolare vitigno. Già la settimana scorsa avevo fatto una piccola deviazione per andare ad assaggiare quello di Do’ Zenner: lì avevo trovato note fruttate e salmastre, di grande piacevolezza nel farsi bere così facilmente. Ecco, a Vallelunga Pratameno, nella Sicilia più profonda, Tasca d’Almerita lo interpreta nel modo più fine possibile. Ed è stata un’altra bella sorpresa.


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